venerdì 15 giugno 2007

Finalmente liberi

Dare l'esame di economia politica è un po' come fare la pipì dopo averla trattenuta 4 ore in coda sulla Salerno-Reggio Calabria. Un orgasmo sensoriale.
Dopo ore ed ore di attesa, dovute ad uno sbagliatissimo calcolo ad opera mia e della Lauri che già ci immaginavamo mercoledì mattina, belli e rilassati come due piccoli buddah, ecco che martedì pomeriggio, all'alba delle 17, arriva il nostro turno sul patibolo del costo marginale.

Finita l'interrogazione, sento la Lauri che urla e vedo la Corte che sorride. Ok, tutto a posto. Tra l'altro eravamo pure vestiti da bandiera italiana, come potete vedere dalla foto, quindi era una vera questione di orgoglio nazionale. W l'Italia, e abbasso i cugini d'oltralpe, tanto per rimarcare l'astio!

Tra l'altro volevo comprarmi una Fred Perry bianca con le righette rosse e blu, ma sto seriamente riflettendo sull'incoerenza di un acquisto simile. Vabbeh, ma questa è un'altra storia.

Finito l'esame, dobbiamo festeggiare. Ripenso ai vari costi, ai ricavi, alle curve di domanda, all'aliquota fiscale e mi scende una lacrima. Che cazzata. L'istinto è quello di bruciare il libro, ma in tal caso dovrei pagare interamente il suo ammortamento con una conseguente perdita nello stato patrimoniale: dunque lo rivendo, a qualcosa sarà pur servito tutto 'sto studio, no?!

Chiamo la Cinzy, la Michi Piadina, Giorgio&Manuel (indivisibili, come Cip&Ciop, o forse come Dolce&Gabbana, chissà). Chiamo anche la Fra Trapani, ma è a Trento con un "amico". Un po' la invidio, perchè avrei voluto anche io trascorrere la serata con la mia persona speciale, però no se puede.

Ore 19 e 30 in Porta Genova. Il viaggio in metro viene supportato dallo Zen Creative, un fedele lettore mp3 che però sta tirando le cuoia, o forse sta solo chiedendo più libertà, visto che decide autonomamente canzoni, volume e stazione radio.

Arrivo, e la Cinzy svetta dall'alto del suo metro e mezzo di pura pasta calabrese: si è messa in tiro la ragazza. Frigna qualcosa sul fatto che sta iniziando a piovere. Io le dico che è qualcuno che sputa. Lei mi dà del cretino. Io concordo mentalmente. Poi mi dice che ci aveva pensato anche lei. Evviva lo IULM.
Poco dopo ci raggiunge la Michi Piadina, di ritorno dal tour immobiliare del pomeriggio. Saliamo sui mezzi e via verso i navigli. Si poteva anche andare a piedi, ma la Cinzy aveva i tacchi e non si voleva sbattere.

Arriviamo allo Slice e mi chiama Giorgio, avvisando del suo imminente arrivo accompagnato dal socio made in Toscana. Ci preparano un tavolino all'esterno, sulla strada: deliziosa l'esperienza di aperitivare inclinati di 30 gradi. Ciò nonostante, gli gnocchi al gorgonzola dello Slice non tradiscono le aspettative. E così, un paio di Aperol Sour e qualche decina di zanzare uccise dopo, si decide di fare quattro passi. Direzione colonne.

La Cinzy rompe ancora per i tacchi. Allora la prendo sulla schiena e mi diverto a fare il figo del "Tanto pesi meno di 40 chili, non ti sento neanche". Arrivati alle colonne la scarico, un po' perchè eravamo arrivati, un po' perchè ero talmente sudato che anche volendo sarebbe scivolata giù. Sarò forse così riuscito a smaltire i fusilli gorgonzola e noci di Pastarito? Ai posteri l'ardua sentenza.

Andiamo al Colonial. Dopo una breve sosta davanti alla porno-vetrina di scarpe, di cui potete ammirare la foto, entriamo in questo locale arredato in stile arabo con baldacchini (e baldracchine) degni di un harem. L'atmosfera si riscalda, e la faccia della Michi in questa foto lo esprime con chiarezza. Troppo ridere.

A mezzanotte si opta per il rientro: sarà che Giorgio avrebbe dato l'orale di sociologia il giorno dopo, sarà che le due giornate di reclusione in aula studio mi avevano lasciato due occhiaie degne di un vampiro allergico al sangue. La Lauri chiama per sapere dove siamo, in preda ad una semi-sbronza da sake: vabbeh, sarà per un'altra volta. La Cinzy ed io prendiamo il tram.

Sale un personaggio a dir poco inquietante: un trans sformato, tutto sudato, scalzo e con un'evidente macchia di umido a livello genitale. Poi guardo meglio e noto degli strani lividi lungo tutto il braccio, come quelli che possono lasciare delle corde troppo strette ai polsi. Una figura tragicomica.
Arrivo a casa dopo una mezz'oretta ed inizio a pensare. Chissà cosa staranno facendo i miei amici. Chissà cosa starà facendo quel trans. Chissà cosa starà facendo il prof di economia. Chissà cosa starai facendo tu.
Un'invisibile carezza, e mi addormento secco.
Filippo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

è andataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!! che ansia avevo???? INCREDIBILE FILIPPO!

Anonimo ha detto...

AH,OVVIAMENTE SONO IO..LAURI!direi che si poteva intuire cmq