martedì 17 luglio 2012

Estate e anestesia

Ok, deve esserci qualcosa di strano che mi spinge a scrivere su questo blog solo ed esclusivamente d'estate. Quando il caldo fa appiccicare la maglia alla schiena e la televisione propone solamente repliche di repliche di roba che non avrei voluto vedere nemmeno la prima volta, io mi ritrovo a tu per tu con la tastiera. E con la strana voglia di tirare qualche somma. Vediamo un po'.

Ho riletto gli ultimi post scritti. Il mio primo commento è stato: "azz". E non solo per il senso di angoscia scatenato da quanto campeggia tutt'ora qui sotto. Direi più che altro per il ricordo di ciò che mi ha portato a pensare - e il motivo che mi ha portato a scrivere - quelle cose.

Anche perché, in fondo, quasi tutto passa. L'abitudine è la prima a venir meno, sopravvive una manciata di settimane, sbiadisce e si dissolve in una notte, insieme con il senso di spaesamento. Ti alzi un giorno e ti scopri consapevole di un nuovo modo di mangiare la brioche, di bere l'estathe e più in generale di affrontare la giornata. Più strana, la profilassi della delusione. Quella è una stronza, perché sale e scende, stuzzica l'orgoglio e ti confonde, fino al punto in cui arrivi a desiderare al contempo una cosa e il suo contrario. Arriva al culmine e poi sparisce anche lei. Ma ti lascia sfibrato, un po' stanco, quasi anestetizzato. "Jaded" canterebbero gli Aerosmith, mentre il video - uno dei miei preferiti in assoluto - mette in scena la conversazione tra uno specchio magico e la protagonista: "Che cosa desideri?" chiede lui. "Provare qualcosa" risponde lei.

Aspettando che il formicolio dell'anestesia passasse del tutto, però, mi sono conosciuto un po' meglio. Ho capito che posso sbagliare, che lo faccio molto più spesso di quanto credessi e che nonostante ciò vado avanti lo stesso. Anzi, forse ora mi sto anche un po' più simpatico. Lungo il mio cammino verso queste nuove consapevolezze ho incontrato una gatta che mi dà i bacini sulla guancia e qualche amico davvero speciale. E chi ha detto che l'amore non è roba da single?

Filippo


giovedì 8 settembre 2011

Il mio assioma

C'è chi si deve sentire in pericolo per dare il meglio di sé. C'è chi si esprime al meglio quando è sotto pressione, quando si brancola nel buio con il solo istinto di sopravvivenza. O quando si sta per perdere qualcosa di veramente importante. Ecco, io non sono così.

Sono un ritardatario, tendo a rimandare le cose all'ultimo secondo, ma non è quando mi comporto così che riesco a essere pienamente soddisfatto di me stesso. Certo, ho imparato ad affrontare gli ostacoli, anche quelli imprevisti, e magari con quel pizzico di creatività che è figlia legittima dell'esperienza. Non sempre li supero al primo tentativo, ma il tempo aiuta e la determinazione fa la sua parte.

Eppure, credo di riuscire ad essere pienamente me stesso solo quando mi sento al sicuro. A volte basta un punto fermo, una convinzione, la certezza di una regola, di una verità, di un sentimento autentico. Ho bisogno del mio assioma.

Toglimi quello, e farò la fine del castello di sabbia costruito troppo vicino al mare. Un castello che prova a resistere, e alla prima ondata si difende con dignità. Alla seconda, però, si cancellano i mattoncini a vista che erano stati accuratamente disegnati in superficie. Alla terza crolla la prima torretta. Alla quarta, il castello è già un ricordo deforme.

Insomma, sto parlando di certezze. Sia chiaro, non quelle certezze immutabili che non esistono se non nelle speranze di un matematico. Intendo quelle certezze che segnano il tuo tempo, che ti insegnano di chi ti puoi fidare, che ti sono date da chi ti vuole davvero bene. La certezza di chi ti ama, o di chi almeno ha il coraggio di voler provare a farlo.

Ecco, quelle certezze mi rendono migliore. E forse sono disposto anche a metterle in discussione, di tanto in tanto, perché non si fossilizzino e non diventino il ricordo di quel che erano. Potrei quasi essere disposto a lasciare che l'acqua colpisca il mio castello. Ma solo se può servire a ricostruirlo, più grande e più forte di prima.



Filippo






giovedì 18 agosto 2011

Punti di domanda

Eccomi qua. Tornato dalle vacanze in Salento. Il caro Dario, citando il film "Benvenuti al sud", mi disse prima della partenza che "chi arriva in Puglia piange due volte, quando arriva e quando parte". Verissimo. Lacrime di terrore all'arrivo, lacrime di gioia alla partenza.

Scherzi a parte, NON visitate il tacco d'Italia in pieno agosto. Vedreste un mare meraviglioso, e una spiaggia talmente affollata da non trovare spazio per stendere la salvietta. Sognereste di orecchiette, pesce e grandi abbuffate di specialità tipiche a buon mercato, e trovereste posto solamente in localacci insulsi e cari senza motivo. Come la trattoria braceria Macarò di Gallipoli, alla quale - dopo una fregatura colossale da 40 euro a testa, con piatti che nemmeno la mensa di Cavatigozzi oserebbe proporre e servizio ancora più scadente- ho promesso cattiva pubblicità a vita. E quando io prometto, mantengo.

Detto ciò, il posto dev'essere senz'altro meglio di quanto abbia visto io. Peccato, per me è stata una grossa delusione. Condita, oltretutto, da un'altra delusione ancora più grossa. Ma a dire il vero, questa è l'ultima cosa di cui mi va di scrivere. O forse l'unica cosa di cui varrebbe la pena scrivere, ma non adesso, è troppo presto.

A Cremona fa veramente caldo, molto più che in Puglia. Ma secondo me è l'umidità. D'altronde l'estate ormai dura fino a ottobre, e l'autunno possiamo anche dimenticarcelo, perché non ci sono più le mezze stagioni. E quando si torna al lavoro dopo le vacanze, ci si sente ancora più stressati di prima della partenza, almeno per qualche giorno. Insomma, tento di immergermi nella superficialità e di sorridere a mille denti. Da qualche parte ho letto che il movimento dei muscoli facciali permette il rilascio delle endorfine, le molecole della felicità. E allora sorrido, perché so come farlo, ma con un grosso punto interrogativo nella mente.


Filippo

domenica 7 agosto 2011

Starting over

Un consiglio. Non scrivete mai nulla quando siete anche lontanamente brilli. Io in questo momento un po' lo sono, molto lontanamente, però, perché il lambrusco e il limoncino sono stati ben attutiti dal resto della cena da Quinto. Buonissima, tra l'altro.

Domani parto per le vacanze e incrocio le dita perché sia un bel viaggio. Qualche giorno a Riccione e poi giù nella profonda Puglia, lato interno del tacco, quello che se lo stivale italiano fosse firmato Louboutin sarebbe rigorosamente rosso. Spero di riuscire a divertirmi, ne ho un gran bisogno; e magari anche di riuscire a rilassarmi, ne ho un assoluto bisogno.

Prima di spaparanzarmi beatamente al sole, però, volevo affrontare un interrogativo di quelli tosti, una domanda che mi frulla nello stomaco da un po' di tempo. Cos'è che fa paura nel ricominciare da zero? In realtà una risposta l'ho data. Ho scritto paragrafi interi sotto questa domanda, ma quando sono arrivato alla fine anche l'ultima goccia di vino ha perso efficacia. E quindi ho cancellato tutto, lasciando solo un punto interrogativo.



Filippo

venerdì 5 agosto 2011

Riassunto delle puntate precedenti

Wow. Sorprendenti i casi della vita. Ho smesso di aggiornare questo blog praticamente due anni fa. Forse “causa Facebook”, non sentivo più la voglia di rendermi ulteriormente pubblico al mondo di internet. E poi BOOM. Stamattina incappo per caso in un blog scritto da un conoscente di un conoscente (mai visto né conosciuto in vita mia), mi metto a leggere i suoi pensieri e ne rimango talmente affascinato da sentire nuovamente l'impulso di scrivere qualcosa di me che vada oltre il tasto “Mi piace”.

Quindi iniziamo con il fare un rapidissimo riassunto delle puntate precedenti, come nella migliore tradizione dei serial. Nella stagione che vi siete persi (perché andata in onda solo sui social network e senza sottotitoli in italiano), il nostro Filippo ha concluso la sua esperienza all'università IULM con una tesi dal titolo “La TV dei fornelli” e un bel 110 e lode (ok, me la sto tirando a bomba), e contemporaneamente ha concluso anche la sua permanenza a Milano. In compenso ho iniziato a lavorare (scusate, da qui continuo in prima persona, è meglio) per una nuova televisione che ha sede a Cremona, si chiama Studio1 e se abitate in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna dovreste trovarla sul canale 80. Trovata? No, eh. Risintonizzate il decoder del digitale terrestre e la troverete. Ecco, dicevo... come? Non c'è ancora? Beh, succede. Allora se vi va, c'è lo streaming in diretta sul sito (www.studio1.it , ecco, adesso basta sponsorizzazioni o altrimenti mi tocca farmi pagare).



Lavoro per questa tv, insomma, sto facendo il giornalista come ho sempre sognato, sto imparando un sacco di cose grazie a un gruppo di colleghi fantastici e se fossi Susy la ragazza truzza direi che “li lovvo tantiscimiscimo”. Scherzi a parte, sono dei grandi amici.

Vivo solo, in centro a Cremona. Avevo davvero bisogno di mettermi alla prova anche in questo, e ora faccio la spesa, cucino, lavo i panni e i piatti (ma non insieme), faccio il letto, pulisco casa e pago le bollette in completa autonomia. Ogni tanto rimando qualcuno di questi compiti a data da destinarsi, tranne le bollette, quelle non le posso rimandare, e visto che per qualche assurdo motivo non le ho ancora fatte addebitare sul conto corrente sto imparando a conoscere da vicino il meraviglioso mondo delle poste italiane. Ma questa è un'altra storia.

In questo momento avrei voglia di raccontarvi mille cose, ma è un periodo particolare, in cui cambio idea su tutto ogni cinque secondi, e quindi non ho già più voglia di raccontare un tubo.
A prestissimo, comunque

Filippo

domenica 9 agosto 2009

Con la faccia nel buco

Qualche tempo fa, il caro Matteo Brusamonti (attualmente voce di punta dell'emittente Radio Sound Piacenza) mi ha suggerito di sottrarre qualche ora allo studio per dedicarmi alla meraviglia virtuale di Face in hole. Questo poderoso sito internet permette di inserire la vostra bella facciona (e quella dei vostri amici) all'interno di uno scenario già pronto, raffigurante modelle, cantanti, attori, etc etc.
Volete vedere qualche esempio "abbastanza" riuscito? Sicuri? Dai, uno solo. Due.
Vabbeh, beccateveli e basta.

Le IULM's Girls direttamente dal musical Cats...


Cristian nel Far West...


L'impero dello Zio Claudio...


Io che mi adeguo alle tradizioni della Vicky...

venerdì 7 agosto 2009

Le malattie del 2009

La rivoluzione tecnologica ha portato con sé tutta una serie di nuove (e gravissime) patologie legate all'utilizzo di computer, cellulari & co. E mentre i moralisti del www sono ora convinti che l'influenza suina sia scaturita dall'abuso di siti porno, il che non è ancora stato ufficializzato, ecco allora un rapido prontuario per riconoscere e, possibilmente, sconfiggere tre di queste malattie mediatiche dei nostri giorni.

1) Slogatura anulare dell'utente Facebook. Casi clinici già studiati dagli esperti della Bayer riportano di dolorose slogature all'indice a danno di chi continua a cliccare sull'icona di Facebook in attesa di una nuova notifica o di un nuovo messaggio di posta. Consigli: scaricare una versione aggiornata del browser internet in grado di aggiornarsi in autonomia; in alternativa, darsi alla botanica come diversivo.

2) Virus M.S.F. Terribile, al momento incurabile. Gli affetti da questa patologia sono costretti a trascorrere l'intera giornata alternando una dipendenza alle tre cause scatenanti del virus: Messenger, Sky e Facebook. Consigli: pregare invano; non pagare le bollette di tv e telefono.

3) Fascismo Apple. Questa anomala nevrosi mentale colpisce la maggior parte dei possessori di I-pod, I-phone e Mac. Coloro che contraggono la malattia sono portati ad allontanare chi non possiede nulla marchiato con la famosa mela, avanzando pretese di evidente superiorità culturale, sociale e razziale. Consigli: non comprare nulla dell'Apple solo per tirarsela.

Filippo