mercoledì 6 giugno 2007

Econominkia

L'esame di economia si avvicina. Diminuiscono le pagine da fare, cresce l'ansia. Non troppa, a dire il vero, pensavo peggio. Fatto sta che tra qualche giorno mi siederò accanto al mitico Barby (o all'assistente, ma spero in lui) per trattare allegramente di costi marginali e aliquote fiscali. Mamma mia.

In questi giorni il ripasso è stato abbastanza blando, qualche schema, qualche definizione. E ricordo ancora le lezioni di economia, quando ogni 10 minuti si sentiva la graziose voce del Dottore che faceva una domanda a caso per sentirsi dare la risposta che già aveva inserito nella domanda. Gradevole, come le unghie di un trans sulla lavagna.

Oppure le nostre "amiche" del secondo o terzo (o quarto, chissà) anno, quelle che il primo giorno, davanti all'esempio dell'equazione y= 2x + 12, si misero a bisbigliare il fatidico: -Questo me lo imparo a memoria-. Tenerissime, le oche di economia.

Quanti aneddoti da ricordare. Come quello indimenticabile della ragazza (o erano due?) un po' in carne che si stava ammazzando con il laccio dello zaino, per uscire dall'aula durante la spiegazione e rispondere a una chiamata sul cellulare. Ricordo ancora la paura di un terremoto, le risate di Davide e i geologi accorsi per analizzare l'evento.
O ancora le sane dormite in aula dopo il pranzo da Pastarito. Quando il caldo ti entrava nelle ossa, le poltroncine blu ti invitavano a rilassarti e le luci soffuse davano il colpo di grazia. E' fantastico vedere l'effetto che un piatto di fusilli gorgonzola e noci può fare sui miei appunti: pagine bianche, intervallate da qualche numero e qualche linea. Comprensibili come un dislessico con sei big-bubble in bocca.

Ritornando all'esame, ho deciso che sosterrò la tesi della società dei consumi. Se tutti spendessero tutto, metà della parte di macroeconomia sarebbe del tutto inutile. Quindi oggi vado all'Outlet di Serravalle e vedo di mettere in pratica questa meravigliosa teoria. Ma non solo: comprerò solo vestiti di stilisti italiani, per aumentare il nostro PIL e ridurre al minimo le importazioni. E piuttosto di comprare roba francese, mi vesto all'Oviesse come la Pieruga.
Un saluto a tutto il club del profitterol marginale.
Filippo

4 commenti:

Anonimo ha detto...

schiavo della stessa angoscia. a lunedì

Anonimo ha detto...

Oh raga, in bocca al lupo, tanto sono là lunedì che vi sostengo, anzi nel tuo caso mercoledì!!! bacio

Anonimo ha detto...

AHAHAHAHAHAH!!!! la cicciona è vero!!!ahahahaha..me l'ero scordata cazzo..Bisogna precisare che è rimasta fuori per tutta l'ora dalla vergogna povera..
Signori speriamo in bene a lunedi..

Anonimo ha detto...

...mi immagino solo lontanamente quale rottura di palle deve essere ^__^

BLOND