Le pagine di Libertà, il quotidiano di Piacenza, grondavano ormai da qualche tempo di colossali cagate, e scusate il francesismo, riguardanti i candidati al ruolo di Primo cittadino. Schedine con domande dall'alto impegno sociale, quali "colore preferito?" o "squadra del cuore?", sono ormai diventate qualcosa di (tristemente) leggendario: e agli sconfitti resterà pur sempre la possibilità di partecipare a Miss & Mister Piscina, dove le domandine varie ed eventuali non saranno poi molto più complicate. Forse più interessanti, quello sì.
La sfida più accesa è tra Roberto Reggi, sindaco uscente ed esponente del centro sinistra, e Dario Squeri, candidato per la casa delle Libertà. Magari non ho capito niente di tutto questo calderone politico, ma nella mia ignoranza vorrei comunque approfittarne per estrapolare ugualmente qualche riflessione.
Chiunque, e ripeto chiunque, avrebbe dato Reggi perdente dopo un mandato portato avanti a suon di critiche e di polemiche. Parcheggi che sparivano in favore di piste ciclabili impraticabili (sfido io ad aver voglia di pedalare in mezzo allo smog cittadino), posti auto che diventavano magicamente a pagamento, rotonde arredate senza gara di appalto da qualche architetto in piena crisi depressiva. Persino Sgarbi, tra una litigata e l'altra con la Mussolini, aveva trovato il tempo di criticare pesantemente l'amministrazione piacentina (a causa di una tangenziale troppo vicina ad una villa del '600).
Eppure il centrodestra ha voluto tirarsi la tipica zappa sui piedi, scegliendo Dario Squeri come candidato. Il politico in questione sembra essersi reso protagonista di un meraviglioso balletto sinistra-destra, avanti e grand-plié degno di una coreografia di Amici di Maria De Filippi. Esponente della sinistra, decide di passare a destra. Motivi? Ne avrà pur dati, e cambiare idea molte volte può anche essere sintomo di intelligenza: ma alla gente, si sa, certe cose non piacciono proprio.
Così, mentre i vari Berlusconi, Fini, Veltroni e compagnia bella si sono avvicendati nelle piazze piacentine negli scorsi giorni, l'intera città veniva tappezzata di manifesti ed invasa da sostenitori imbarazzanti.
Il premio come peggior slogan va al caro Reggi, che sotto il suo sorridente faccione ha voluto la scritta: "REGGImi ancora". Come per dire, sopportami altri 5 anni. 'Sti cazzi.
L'Award come peggior tecnica pubblicitaria va invece agli esponenti della Lega nord, che sulle magliette verde lega (un must, come il rosso Valentino) portavano la scritta "Se non REGGI Roberto, vota Lega Nord". Penoso per due motivi: primo, già il giochino di parole se l'era costruito quell'altro, evitiamo certe cavolate; secondo, è ormai diverso tempo che gira la frase "bene o male, l'importante è che se ne parli". Eppure nessuno sembra aver imparato la lezione.
Filippo
4 commenti:
Condivido la tua riflessione.
hai ragione, meglio non parlare di più di colui che ha rovinato Piacenza e facciamo un in bocca al lupo a Squeri, sperando che non ci sia bisogno del ballottaggio. Tra due domeniche voglio andare al mare con la mia ragazza... C.G.
io reggi non l'ho votato!!!
ah si mi son dimenticata di firmarmi ^^^
Bond
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