lunedì 23 luglio 2007

Domenica a Camogli

Ore 7:00, la sveglia suona a casa di Cristian. Apre un occhio, prende il cellulare e postpone di 10 minuti.
Ore 7:10, la sveglia risuona a casa di Cristian. Apre l'altro occhio, prende il cellulare e toglie l'allarme. E buonanotte.
Sono ormai le 10 e 30 passate, forse anche le 11, quando ci si sveglia e ci si ricorda del perchè avessimo puntato la sveglia così presto: andiamo al mare.

Passiamo a svegliare Gian, che mugugna e si rigira nel letto come un Cicciobello prima nanna. Tenerissimo. Colazione veloce, poi si inizia a decidere cosa fare. Dai andiamo, no è tardi, tanto per fare un giro, ma chissà che traffico, che cazzo dici. Gian si dichiara disponibile solo ed unicamente per andare a Varazze. Ok, si va. Solo che sbagliamo strada e arriviamo a Camogli. Fa lo stesso.

- Camogli, mi ricorda qualcosa... -
Silenzio.
- Il panino dell'autogrill -
- No, ma dai, qualcosa di culturale... c'era qualche poeta? -
- Boh, Montale è della liguria? -
- No, Montale è alla periferia di Piacenza -
- Coglione -.

Arriviamo a Camogli e troviamo un fantastico posteggio a 10 minuti dal centro della cittadina (e a 12 dalla fine del paese), che per attirare i clienti mostra un cartello con scritto "Parcheggi in centro: COMPLETI". Peccato che la scritta "completi" sia stampata, e dunque sia fissa indipendentemente dallo status dei posteggi in centro. Per simpatia, ma soprattutto per fame, lasciamo la macchina lì e amen.
Passiamo davanti alla piazzetta "Gente di mare" (dedicata ai fan di Umberto Tozzi), ed arriviamo, dopo qualche minuto di smarrimento, nel rigoglioso centro di Camogli. Dove, almeno per il momento, Gian ed io abbiamo una sola fissa: focaccia.
Saccheggiamo il panificio più vicino e ci sediamo su una panchina per gustare la specialità del posto, la celeberrima focaccia col formaggio. Data la consistenza del prodotto, una cannuccia ne avrebbe facilitato l'assunzione. In mancanza di altro, la pieghiamo in 8 e mangiamo. Buona, forse un po' fredda.

Cerchiamo un buco tra un carnaio di gente. Troviamo un angolino di graziosa spiaggia ricoperta di tanti piccoli sassolini appuntiti che tra le scapole sono davvero un amore, e ci stendiamo al sole. Dopo un'oretta, naturalmente, le case adiacenti decidono di fare ombra proprio sul nostro angolino, e allora fanculo.

Velocissimo giro per il centro del paese, più per cercare un ristorante che per altro, e poi ritorniamo alla spiaggia, con l'intenzione di farci un bagno.
Spostiamo tutte le nostre mercanzie vicino alla riva e ci tuffiamo nel blu della liguria. Peccato per i sassi sottostanti (più odiosi delle mestruazioni con un costume bianco, più odiosi di una panda in corsia di sorpasso) ed i residui tossici galleggianti che ci costringono alla ritirata dopo pochi minuti. Ci stendiamo al sole, Gian si addormenta e russa.

Verso le 18 e trenta decidiamo di andare in un bar per provare la strana specialità della casa, una sorta di gelato molto più ghiacciato alla frutta. Giusto per non sbagliare l'ordinazione, mi avvicino al banco per chiedere conferma.
- Dimmi -
- No, sono seduto lì al tavolino, ma vorrei sapere... -
- Chiedi pure -
- Come si chiama questa cosa ghiacciata, alla frutta? -
- Granita... -
Silenzio.
- E basta? -
- Eh... sì...-
-Ah ... grazie ...-

Ci sediamo al tavolino tutti e tre, Cristian sfoglia la Gazzetta. Accanto a noi un'allegra vecchietta è seduta al tavolo del bar con il proprio consorte, sorseggia un crodino e parla al telefono con la nipotina.
- Sì, stella, hai fatto il bagno? Braaaava, la mia piccolina. Senti, adesso ti lascio perchè sono in un negozio e devo pagare! Un bacione, sì, ciao, ciao! -. Mette giù e si strafoga di salatini.
Vecchia falsa di merda.

Riprendiamo la strada verso il parcheggio, e visto che Cristian non ha fame, ci convince tutti quanti a non perdere l'opportunità di cenare a Recco, il paese più in là.
Arrivati a Recco, rapido giro per il centro alla ricerca di un qualche localino; Cristian scarta la Tavernetta e si dirige verso un simpatico vecchietto che sta annaffiando le piante per chiedergli informazioni. Il gentilissimo signore, brandendo la canna e rischiando più volte di fare un'altra doccia a Cristian, ci indica il ristorante Alfredo. Con una voce degna di un imitatore del Gabibbo.
Ma Alfredo, famoso per le astute scelte in fatto di turismo, ha deciso di chiudere il ristorante per tutta la stagione di punta; riapre il 4 agosto, se volete aspettare.
Torniamo dal Gabibbo, che questa volta ci indica la pizzeria il Ponte.

Gian vuole la pasta con le vongole, Cristian pure, io voglio le trofie col pesto. Subito dopo l'ordinazione parte una discussione sulla scritta (minimo per 2 persone) accanto al nome "Spaghetti con le vongole". Gian avanza il dubbio che, forse, ordinandone 2 porzioni, arriveranno 4 piatti, perchè ognuno era minimo per 2 persone. La fame fa strani effetti, a volte.

Torniamo a casa, cercando di non rivedere ciò che abbiamo mangiato a causa delle graziose curve dell'autostrada ligure. E nel ritorno riecheggia la frase:
- Comunque a me, Camogli, ricorda qualcosa...- .



Filippo

1 commento:

Anonimo ha detto...

ho fame!