giovedì 1 febbraio 2007

Dreamgirls, tributo alle paillettes

Piccola premessa: questa è una recensione personale, molto più istintiva che tecnica. Se desiderate un'analisi tecnica della pellicola, vi consiglio di visitare il blog di Kynetoscope, curato da Davide (lo trovate tra i link). Appena il giovane critico cinematografico Nuzzi avrà visionato il film, avrete tutti i dettagli su scene, costumi, inquadrature, interpretazioni e rimandi. Io non so come faccia, ma ci azzecca sempre. O quasi.

Bene, iniziamo dunque a parlare di "Dreamgirls", prodotto ultra-pubblicizzato che però sembra aver riscosso molto più successo negli Stati Uniti che non qui in Italia. Ed il motivo è presto detto: la cultura che viene presentata, quella fatta di soul, di RnB, fino ad approdare alla disco, rimane comunque piuttosto elitaria qui da noi, mentre evidentemente risulta più conosciuta ed apprezzata oltreoceano.

Detto questo, il film è carino. Non un capolavoro, ma nel complesso è godibile. A dire il vero, un Golden Globe come migliore commedia ed 8 nominations agli Oscar mi sembrano un tantino eccessivi. Però, ripeto, non se può parlare del tutto male.
Gli attori centrano in pieno i loro personaggi. Jamie Foxx è bravissimo a fare la parte dello stronzo, Eddie Murphy riesce a farmi sorridere dopo tanto tempo in cui mi faceva soltanto sbadigliare e tutta l'orchestrina funziona a meraviglia. Beyoncé Knowles, splendida donna, aggiunge al curriculum di attrice una performance importante, facendo sul grande schermo quello che le riesce meglio: cantare. Jennifer Hudson, poi, è grandiosa: un debutto più che azzeccato, il suo. E che voce, mamma mia: non è facile superare in potenza ed intensità la più che stimata Beyoncé, ma la Hudson sembra farcela (come da copione) in maniera naturale ed inequivocabile. Brava, un'interpretazione da brividi lungo la schiena.

Ma chi di musical ferisce, di musical perisce: il ritmo viene talvolta spezzato ed appesantito dalle continue canzoni, a volte decisamente più lunghe del necessario. Un errore facile da commettere, quando si hanno a disposizione tutti quei talenti canori in una volta sola. E che, purtroppo, viene prevedibilmente commesso.
Il finale agro-dolce non sconvolge e riprende una vena un tantino buonista, fatta di lealtà ed amicizia, che però non stona affatto. Un film fatto su misura per gli amanti del soul e della sua cultura.

L'ultima menzione, però, va al contorno della pellicola: splendidi sono i costumi e ben curate sono le scenografie. Gli occhi, in tal modo, escono dalla sala decisamente appagati. Le orecchie pure, ma forse fin troppo.

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