domenica 28 ottobre 2007

Citazione memorabile

"Non ho mai cantato in vita mia e non inizierò stasera.
Se proprio devo uccidere qualcuno, preferisco farlo a mani nude"

Serena

sabato 20 ottobre 2007

Tanti auguri a me

Oggi è il mio compleanno. Compio 20 anni, dunque non sono più un teen-ager. Dovrò smetterla di comprare le figurine, sfogliare i fumetti e leggere il Cioé. No, scherzo, il Cioé non l'ho mai letto. Davvero. Era uno scherzo. Lo giuro.

Ieri sera, appena diventato ventenne, mi è successa una cosa incredibile. Sono stato investito da un gatto. Lo so, non posso più raccontare stronzate da teen-ager. Ma è vero. Lo giuro.

La Deny ed io stavamo tornando da Borgonovo, quando un gatto a macchie bianche e nere ha attraversato la strada di corsa ('ste bestie juventine). Non avendo bevuto ed andando sempre ad una velocità moderata (si sa mai che legga un vigile o qualcuno di simile), sono riuscito a frenare in tempo e mi sono inchiodato in mezzo alla strada. A non fermarsi è stato il gatto, che è andato a sbattere contro il paraurti della mia Yaris. Per poi scappare in un cortile e fissare la mia macchina con una faccia da cretino che pensavo fosse possibile solo a certi di Relazioni Pubbliche.

Ma ditemi voi...

Filippo

domenica 14 ottobre 2007

Un colloquio spettacolare

Maggio, Duomo di Milano. Fisso davanti alla vetrina di David Mayer, aspetto che la Granatina mumu e la Micky Piadina attraversino la strada. Al che mi si avvicina una ragazzotta piuttosto carina e mi chiede: "Ciao, sei interessato a lavorare nel mondo dello spettacolo?". Lascio i dati, mentre più in là le mie amiche ridacchiano pensando già a come sfottermi in seguito. Se non che la tipella si rivolge anche a loro e porge la stessa domanda. Niente sfottò.
Giugno, sempre Duomo di Milano. Il Giamma ed io passeggiamo tranquillamente davanti alle vetrine della Rinascente. Al che mi si avvicina un'altra ragazzotta piuttosto carina e mi chiede: "Ciao, sei interessato a lavorare nel mondo dello spettacolo?". Lascio i dati anche stavolta, mentre lei sorride. Poi guarda il Giamma. E se ne va.
Questa mancata richiesta è costata qualche mese di psicanalisi al mio migliore amico.

Ottobre, zona S. Ambrogio. L'agenzia di moda PF Immagine (con le mie iniziali, che tenera) mi contatta per un colloquio. Io rido e accetto. Qualche ora prima dell'appuntamento mi mandano pure un messaggio di incoraggiamento, ricordandomi l'indirizzo che ovviamente mi ero dimenticato ed augurandomi in bocca al lupo per la grande prova che mi avvrebbe atteso qualche ora più tardi. Assurdo.
Ovviamente chiedo al mio socio Giamma di accompagnarmi. Ed ecco che nel tragitto, mentre noi ridiamo come dei cretini ed iniziamo una disperata ricerca di un Mc Donald's, ci imbattiamo in un tipo biondo, alto poco più di me: sul volto i segni di una lampada fatta qualche ora prima, i capelli biondi ultra ingellati, abbigliamento fighettissimo tutto Tommy Hilfiger comprensivo di smanicato imbottito. Peccato per i 27 gradi.

Entriamo nell'agenzia e ci ritroviamo davanti un ragazzo con occhiali da sole (al chiuso, mah) e tre ragazzine di cui: la prima agitatissimi che continua a ripetere "Oddio, speriamo vada tutto bene", la seconda con un grazioso volto che palesava una parentela con l'urlo di Munch e la terza che avrebbe comodamente potuto mangiare le altre due in un sol boccone. Gnam.

Entra una ragazza della PF Immagine ed inizia a chiedere: "Tu devi fare il provino?". Lo chiede alla ragazza tesissima. Lo chiede al ragazzo occhialuto. Lo chiede all'urlo di Munch. Lo chiede alla lottatrice di sumo. Lo chiede a me. Poi guarda il Giamma. E chiude la porta.
Altri tre mesi di terapia.

Il colloquio ha annoverato domande del calibro di "Da 1 a 10, quanto vorresti lavorare nel mondo dello spettacolo?", "credi di essere una persona determinata?", "facci una presentazione di te stesso". Pessimo. Ma la domanda fondamentale resta pur sempre "credi che i tuoi genitori sarebbero disposti a pagarti un book fotografico?".

Esco, mentre la ragazza mi ripete che il giorno seguente mi avrebbe fatto sapere il verdetto. Nella sala d'aspetto è seduto il biondo griffato Hilfiger. Tana. Il giorno dopo ho ricevuto due chiamate dall'agenzia, ma non ho potuto rispondere. La prima, perché ero in metro. La seconda, perché ero in macchina con mio padre e non volevo che sapesse che ho fatto questo colloquio. Chissà se mi avrebbero preso...
Filippo